
La Collezione De Martiis
Tratto da patrimonioculturale.regione.fvg.it
La Collezione Famiglia De Martiis, donata interamente al Comune di Cividale del Friuli attraverso un generoso atto di mecenatismo, è il frutto di una personale raccolta di opere d’arte da parte di Giancarlo De Martiis. Attualmente è esposta nella splendida cornice di Palazzo de Nordis; il percorso artistico si snoda dalla fine dell’Ottocento sino ai giorni nostri.
Il criterio collezionistico che ha contraddistinto le scelte di De Martiis è lo specchio di una passione coltivata negli anni, frutto di una pura scelta estetica ed emotiva costruita in modo autonomo attraverso acquisizioni provenienti principalmente da case d’aste e gallerie private.

Le prime opere
Iniziata nel luglio del 1980 quando De Martiis acquistò la tela di Karel Appel Testa alla Galleria Centro Internazionale di Milano, la collezione prende il via dal punto di vista cronologico con un piccolo nucleo di opere tardo ottocentesche d’ambito impressionista: un piacevole paesaggio di Eugéne Boudin, Plage a Deauvile, del 1885, i due pastelli di Henri de Toulouse Lautrec Femme au courset e Femme qui tire son bas della metà degli anni Novanta del XIX secolo, la Petite scene rurale di Soutine del 1926-27.
Un particolare gusto si nota in De Martiis nel collezionare dipinti in cui è presente la figura umana, spesso nuda e resa con uno stile deformante e fortemente espressivo, come nelle due grandi tele di Karel Appel Nudo n. 17 e Nudo n. 18 del 1994, energiche e irriverenti composizioni di grande forza espressiva, o del pittore austriaco Alfred Kornberger Nudo sul divano del 1994 e Nudo colorato con gambe divaricate del 1998, o come parte del consistente nucleo di disegni di Eduard Pignon degli anni Settanta, acquistato nel 2017 presso la Galleria De Cilla di Udine, tra cui il monumentale nudo femminile Nu blanc o l’altro Nu au parasol.
Il ruolo dell’arte italiana del secondo ’900
Nella collezione di De Martiis si coglie complessivamente un’attenzione per alcuni celebri esponenti dell’arte italiana della seconda metà del Novecento che hanno declinato la loro forma espressiva verso l’Informale: Emilio Vedova, Mario Di Iorio, lo spazialista veneziano Virgilio Guidi, Tancredi Parmeggiani, ma anche Afro Basaldella, Zoran Music, Giuseppe Santomaso e Mario Sironi
L’intera collezione esposta è l'immagine dei gusti personali e unici del lungimirante collezionista come da lui stesso dichiarato:
“Tutte le mie scelte erano dettate unicamente dal mio gusto e dal piacere che provavo nell’osservare le opere. Per me, contemplare questi dipinti era soprattutto un momento di relax, una pausa emotiva per lo spirito dopo un’intensa giornata lavorativa”.
Il Palazzo
Si affaccia su piazzetta de Portis e su via Carlo Alberto.
Il prospetto su piazzetta de Portis, dal disegno rinascimentale, presenta due diverse altezze che corrispondono a due corpi contigui. L'edificio più basso presenta al primo piano aperture riquadrate in pietra con cornici sagomate; al secondo piano le aperture sono più piccole, ad arco ribassato. Il muro di separazione con il secondo corpo è visibile al piano terra. L'edificio presenta un accesso anche su via Carlo Alberto, dato da un portale gotico che immette in un giardino interno. L'edificio che vi si affaccia ha le stesse caratteristiche della facciata su piazzetta de Portis. Al secondo piano dell'edificio ad angolo si osserva un grande salone affrescato da Francesco Chiarottini.
Le murature sono in pietrame squadrato; i solai in legno; le aperture sono incorniciate in pietra; la struttura del tetto in legno.
L'edificio risale al XIII-XIV secolo. Nel corso dell'Ottocento, con la polverizzazione della proprietà, si verifica la proliferazione dei nuovi accessi alle singole unità, con la creazione di ballatoi, corpi aggiunti e vano scala.
Tratto da patrimonioculturale.regione.fvg.it