Fagagna

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Il Castello di Fagagna

Il castello di Fagagna viene ricordato per la prima volta in un diploma dell’11 giugno 983, con cui l’imperatore Ottone II di Sassonia ne confermava la proprietà alla Chiesa di Aquileia.

Il fortilizio sorgeva sulla collina che sovrasta il paese. Esso rivestì un ruolo importante nelle vicende dello Stato patriarcale, soprattutto durante i secoli XIII e XIV. 

Nel corso del Quattrocento venne poco a poco abbandonato dagli abitanti finché nel 1511 subì l’incendio durante la rivolta contadina del Giovedì Grasso ed il terremoto che si verificò pochi giorni dopo. La parte più antica dei ruderi oggi visibili risale perlomeno al XII secolo, con aggiunte di costruzioni e rimaneggiamenti fino al tardo secolo XV. Nella parte sottostante del pianoro si sviluppava il borgo castellano dove si trova il Palazzo della comunità che fu costruito entro la cinta muraria del Castello tra il 1490 e il 1505. È un tipico esempio di palazzo pubblico veneto dell’epoca.

Sopra la loggia (unico grande salone) si riuniva il consiglio dei 12 che governava la comunità di Fagagna istituita verso la fine del 300. 

A quel tempo, e fine al 1797, il consiglio aveva giurisdizione civile e penale sui territori e sugli abitanti di 19 paesi dislocati tutti intorno.

(Photo Giampiero Pizzocaro per Borghiclic)

Fagagna

Un tempo l’intera zona era coperta da rigogliosi boschi, in particolare da alberi di faggio che in latino si diceva “fagus”. Il nome del borgo deriva appunto da “fagus”, quindi “Faganeu” e infine “Fagagna”, denominazione che dunque serba in sé un riferimento alla bellezza della natura circostante.

I resti del castello si trovano sulla collina che sovrasta a nord l’abitato di Fagagna. Le prime notizie storiche risalgono al X sec., alla donazione del 11 giugno 983 di Ottone II di Sassonia al patriarca Rodoaldo; tuttavia alcuni studiosi non escludono l’esistenza di una postazione fortificata romana ed altomedioevale che controllava l’importante strada da Concordia al Norico, con la quale si raggiungevano i centri d’oltralpe.

Castello di Fagagna

La parte più antica dei ruderi oggi visibili risale perlomeno al XII secolo, con aggiunte di costruzioni e rimaneggiamenti fino al tardo secolo XV. Si presume invece che abbia origini longobarde la chiesetta di san Michele Arcangelo, che fungeva da oratorio castellano.

Fino all’avvento della repubblica veneta, nel 1420, il castello fu di diretto dominio patriarcale, governato a mezzo d’un gastaldo al quale si affiancavano i nobili habitatores, fedeli alla Chiesa aquileiese che risiedevano entro i recinti castellani e che appartenevano a famiglie diverse.

Nel 1230 Siurido di Manzano è feudatario di Fagagna. Per la sua importanza, il fortilizio fu spesso assediato, coinvolto in lotte contro feudatarî locali o anche contro nemici “illustri” come Ezzelino da Romano, che lo espugnò per il tradimento di due habitatores nel 1250, i duchi d’Austria Rodolfo e Federico, e il re Sigismondo d’Ungheria e che le occuperà sino al 1254 quando il patriarca Gregorio di Montelongo nominerà feudatario Asquino di Varmo.

Nel ‘300 tornano i “di Fagagna” che per buona parte del secolo fronteggeranno gli assedi e le occupazioni del Conte di Gorizia. Tra il 1411-19 subisce le devastazioni delle truppe ungheresi di re Sigismondo.

Sotto il dominio della Serenissima inizia il lento degrado e nel XVII sec. l’abbandono definitivo da parte degli ultimi abitanti.

Descritto in rovina già poco dopo la metà del Cinquecento da Girolamo di Porcia, del vasto complesso rimangono alcuni tratti delle mura, le rovine di un torrione, la chiesetta castellana, l’alto campanile ricavato nella torre maestra e un piccolo fabbricato con parti medievali adibito a ristorante.

Info tratte da www.archeocarta.fvg.it 

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