Toppo

Luoghi da scoprire

Il percorso dei masi

Tratto da www.castelloditoppo.com 

"Un itinerario per la conoscenza del villaggio rurale

Il percorso dei masi, che inizia da Palazzo Toppo-Wasserman (vedi piantina), conduce alla scoperta degli originari nuclei del borgo rurale di Toppo che si è sviluppato in un contado feudale legato al castello signorile che lo dominava dalle falde del monte Ciaurlec. 

Il villaggio medievale, che si impostava su preesistenze di epoca romana, appare composto da due distinti nuclei: Pino e Toppo, separati dal rio Gleria. In queste borgate l'insediamento della comunità contadina era organizzato con il sistema dei masi. I masi erano una sorta di piccola azienda agricola a conduzione familiare costituita da un sedime, con le strutture abitative e gli orti, e da appezzamenti di terra coltivabile, solitamente molto frammentati e sparsi nelle vicinanze. Era anche un'unità di base per la determinazione del censo e delle tasse. A Toppo l'organizzazione del villaggio basata sui masi, tipica del sistema curtense medievale, appare invece ben documentata sino alla fine del XVII secolo. Una situazione che ha lasciato importanti tracce nell' urbanistica e architettura dell'attuale borgo, sorto dalla continua evoluzione degli antichi masi e dalla frammentazione dei gruppi familiari.

La ricerca storica e l'analisi della cartografia ha consentito di identificare e localizzare tutt'ora buona parte degli appezzamenti dei masi. Fondamentale per l'individuazione del sito degli antichi insediamenti agricoli è la mappatura toponomastica dei soprannomi familiari – risalenti al XV-XVI secolo e, soprattutto, alla metà del '700 – che coincidono con cortili e caseggiati attestati nei documenti e riconoscibili nelle carte catastali del XIX secolo. Seguendo la dislocazione delle varie famiglie all'interno dell'abitato si è scoperto che alcuni nuclei hanno occupato da molti secoli gli stessi cortili e tuttora lì risiedono. A Toppo le più antiche attestazione del sistema dei masi risalgono all'età medievale. Un documento del 1431 contiene una descrizione dei beni appartenuti ai signori di Toppo fin dal principio del XIII secolo, tra cui compaiono 8 masi collocati nei nuclei di Pino (4) e Toppo (altri 4). A partire dal XVI secolo i masi delle borgate di Toppo e Pino appaiono però molti di più: almeno 25. Fin da quel periodo, il borgo ai piedi del castello feudale appare dunque caratterizzato da due poli distinti, separati dal rio Gleria, e identificati con i masi di Toppo, verso oriente (nn. 3, 4, 5, 7, 15-19, 22, 23 sulle mappe), e di Pino, più ad occidente (lungo le attuali via Verdi e via Castello; nn. 1, 2, 8, 10-13, 16, 21, 24 sulle mappe).

Il Borgo di Pino

Il nucleo di Pino, ad occidente del rio Gleria, sorgeva proprio ai piedi del Castello. Qui venne eretto anche il palazzo rinascimentale dei Conti Toppo Wassermann, quando i signori del luogo decisero di abbandonare l'antico maniero. Questa borgata appariva ruotare attorno alla via che conduceva al castello ed era caratterizzato dalla presenza di una piazza e da una grande pozza o stagno. Vi era anche un bivio stradale (la beorchia) che deve aver costituito un significativo luogo dell'abitato visto che appare più volte ricordato come indicazione topografica. Proprio in prossimità del bivio si distribuiscono due dei più antichi masi e venne poi edificato il palazzo signorile dei conti.


Il Borgo di Toppo

Il nucleo di Toppo si distendeva invece più ad est lungo le attuali via Nazario Sauro e via della Fornace. Il toponimo Toppo, utilizzato anche per identificare la casata signorile che reggeva il castello, ebbe maggior fortuna e sopravvisse fino ai nostri giorni. Probabilmente ciò è dovuto alla presenza proprio in questo nucleo anche della chiesa dell'abitato, dedicata a San Lorenzo martire

La chiesa è ricordata come esistente già nel 1220. Nel 1505 fu autorizzata l'istituzione della Parrocchia, confermando il suo ruolo come punto di attrazione del popolamento nella zona nel corso dei secoli. Qui, infatti, si nota un importante sviluppo del sistema dei masi e dell'abitato anche dopo il periodo medievale. Le date incise sulle chiavi di volta dei portoni testimoniano questa continua crescita. Nel catasto napoleonico ed austriaco (inizi del XIX secolo) emerge che proprio lungo via Nazzaro Sauro e via della Fornace l'urbanistica del borgo è divenuta più ricca ed articolata.

Oltre ai sedimi originari dei masi, ancora ben leggibili ma accresciuti dal punto di vista architettonico, le aree costruite sono più ampie e i complessi abitativi risultano maggiormente coesi. Indubbiamente appare questo il nucleo centrale della villa di Toppo, che grazie alla sua secolare evoluzione risulta composto non soltanto da sedimi di masi, ma anche da altre case e cortili. 

Alcune strutture mostrano poi una certa qualità architettonica. 

Si tratta presumibilmente di edifici facenti capo a famiglie di piccoli proprietari indipendenti, da tempo stabilitisi presso i masi più antichi, in terreni forse coincidenti con i vecchi bearzi (orti). Dopo il terremoto del 1976 l'attività di ricostruzione ha in parte modificato l'impianto urbanistico, in particolare lungo via Nazzaro Sauro. Si possono comunque tuttora leggere i tratti del sistema dei masi che costituivano il nucleo del borgo originario.

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